Tierkreis, di Karlheinz Stockhausen
… un’opera come “Tierkreis” (“Zodiaco”, appunto, in tedesco), in un’esecuzione come quella proposta all’Auditorium Melotti, risulta davvero fruibile e intellegibile al pubblico, se vi si pone in un’ottica percettiva, dove i parametri non sono quelli dell’ascolto standard della musica classica.Per l’occasione è stata eseguita la versione per flauto (Ornella Gottardi), clarinetto (Roberta Gottardi) e pianoforte (Marianna Bisacchi), con l’accompagnamento di una serie di rielaborazioni elettroniche di Fabio Cifariello Ciardi e Massimo Biasoni (nel tempo l’autore e alcuni gruppi di esecutori ne hanno creato diverse versioni per i più disparati organici).
I musicisti sul palco giocano con gli strumenti (a tal punto che talvolta entra in scena anche un piccolo pianoforte giocattolo, dal suono metallico, quasi fosse un clavicembalo un po’ stonato), tra colpi percussivi sulle chiavi, getti d’aria e “humming” (suonare e cantare contemporaneamente nello strumento) di flauto e clarinetto; ne risulta una musica estremamente ricca dal punto di vista timbrico ed al tempo stesso rarefatta e suggestiva, come i burattini di Luciano Gottardi che sul palco accompagnano le musiche di Stockhausen e descrivono in maniera evocativa e preziosa ogni costellazione.
È questa una fruizione musicale che chiede di osservare e ascoltare senza scindere il dato visivo da quello uditivo, con un approccio che ci piace suggerire immediato e “sinestesico”; una buona occasione per avvicinarsi senza timore a quella musica contemporanea che in troppi ancora considerano astrusa e incomprensibile.
Chiara Cescatti, Questotrentino