Racconto in musica
testo di Daniele Benati
musiche di Gabrio Taglietti
per attore, soprano di coloratura,
clarinetto con tacabanda, elettronica
Dario Cantarelli attore
Sonia Visentin soprano
Roberta Gottardi clarinetto e tacabanda
Gabrio Taglietti elettronica
- Preludio. Piccola fanfara portatile
- Lettura 1: Alla stazione di Park Street
- Interludio: Piccola fanfara
- Lettura 2: Camillo It
- Arietta 1 (Ariel’s Song)
- Lettura 3: La voce di una bella donna
- Interludio brillante (La festa)
- Lettura 4: Dottor Pisi?
- Arietta 2 (Canzonetta sull’aria)ç
- Lettura 5: Una nuova concezione didattica
- Interludio cantabile e fanfara
- Lettura 6: Cagnolati!
- Epilogo: Una casetta nel bosco
Un personaggio strampalato e dall’identità un po’ incerta arriva in America e casualmente vede nella metropolitana Cagnolati, un suo bizzarro conoscente di Reggio Emilia: che l’abbia seguito fin lì per ucciderlo? Nel frattempo il console italiano lo invia come suo rappresentante alle feste di New York: il nostro amico accetta volentieri; ma perché il console lo chiama ogni volta con un nome diverso? e perché gli chiede di raccontare i suoi ricordi? e come mai proprio adesso non gliene viene in mente neanche uno?
La forma del racconto in musica parte dal tentativo di creare un nuovo genere in cui le due arti dialogano alla pari. Qui il confronto viene portato sul piano (raro nel panorama contemporaneo, ma tanto più stimolante) della comicità.
La comicità surreale di Benati è accompagnata da una musica fatta di sghembe fanfare affidate a un clarinetto con percussioni portatili che ci guida nella vicenda, melodie straniate affidate a un soprano coloratura metà sirena e metà automa e interludi di musica elettronica che creano uno sfondo alla lettura del racconto da parte di un attore.
Cagnolati è pubblicato da Quodlibet nella raccolta Silenzio in Emilia. “Nella narrativa di Daniele Benati – ha scritto Gianni Celati – non c’è più niente di soggettivo, qui è tutto un circolare di voci, una comunanza di sogni, visioni e apparizioni che formano un intelletto collettivo”.
Gabrio Taglietti
Nato a Cremona, ha studiato composizione presso il Conservatorio di Milano con Davide Anzaghi e Giacomo Manzoni. Le sue composizioni sono eseguite nei più importanti festival in Italia e all’estero (recentemente a Tokyo, Città del Messico, Buenos Aires, Miami), ricevendo premi e segnalazioni in vari concorsi.
Sue musiche sono incise per la collana Ricordi Oggi (Marmi: Musica da camera 1981-1999) e per la Stradivarius (Studi per il XXI secolo); il suo completamento dell’incompiuto Allegro con fuoco di Felix Mendelssohn-Bartholdy è inciso per la Decca ed è stato eseguito in molte grandi sale concertistiche, tra cui la Kammerphilharmonie di Berlino e la Wigmore Hall di Londra. Insegna composizione presso il Conservatorio di Mantova.
Daniele Benati
Di Reggio Emilia ha insegnato in diverse università degli Stati Uniti e d’Irlanda. Ha collaborato alla rivista “Il Semplice” (1995-97) con Gianni Celati ed Ermanno Cavazzoni, dove ha pubblicato alcuni racconti e traduzioni.
Un suo racconto appare anche nell’antologia Narratori delle riserve, a cura di Celati. Ha tradotto opere di James Joyce, FlannO’Brien e Tony Cafferky, e ha curato l’edizione americana del monologo teatrale di Raffaello Baldini Carta Canta. Ha pubblicato: Silenzio in Emilia, Feltrinelli, 1997, nuova ed. Quodlibet, 2009), Cani dell’inferno, Feltrinelli, 2004, Un altro che non ero io, Aliberti, 2007, Baltica 9. Guida ai misteri d’oriente (con Paolo Nori), Laterza, 2009.
Dario Cantarelli
Inizia nel ’73 col GRANTEATRO di Carlo Cecchi prendendo parte a spettacoli quali Woyzeck di Buchner, A morte dint’o’lietto e Don Felice di A. Petito, La cimice di Majakovskij per la regia di Carlo Cecchi. Passa poi al GRUPPO DELLA ROCCA partecipando a 23 svenimenti di Cechov, Il mandato di Erdman, Pulcinella capitano del popolo di L. Compagnone e Lazzarino da Tormes di G. Celli a Spoleto per la regia di Egisto Marcucci. Torna al GRANTEATRO con Don Giovanni e il Borghese gentiluomo di Molière, L’uomo, la bestia e la virtù di Pirandello per la regia di Carlo Cecchi e Il compleanno di Pinter.
E’ a Spoleto, per la regia di E. Job, con Trionfo e caduta dell’ultimo Faust di Ceronetti.
Con la compagnia di Glauco Mauri partecipa al Puntila e il suo servo Matti di Brecht per la regia di Egisto Marcucci.
Poi lavora all’ATER con Il vampiro di San Pietroburgo di Kobilin, La burla riuscita di Svevo per la regia di Egisto Marcucci.
Con la compagnia di Valeria Moriconi partecipa a Filumena Marturano di Eduardo de Filippo, Il cavaliere della rosa di Von Hoffmanstahl, regia di Marcucci, Antonio e Cleopatra di Shakespeare regia di G. Cobelli, Madame Sans-Gene di Sardou, regia di Salveti, Alla meta di Bernhard regia di Pietro Maccarinelli, Interrogatorio della contessa Maria di Palazzeschi regia di Marcucci.
Con Glauco Mauri prende parte a Oblomov di Gonciarov prodotto dal Teatro Stabile di Trieste.
Per il cinema, partecipa a film quali Marcia trionfale per la regia di Bellocchio, Sogni d’oro, Bianca, La Messa è finita, Habemus papam per la regia di Nanni Moretti, Domani accadrà e Il portaborse per la regia di Lucchetti, La notte di San Lorenzo per la regia dei fratelli Taviani.
Per la televisione prende parte a dieci film della serie Un commissario a Roma con Nino Manfredi per la regia di Luca Manfredi e Ignazio Agosta.
Sonia Visentin
Diplomata con il massimo dei voti, si è successivamente perfezionata con Carlo Bergonzi all’Accademia Chigiana di Siena e con Rodolfo Celletti a Martina Franca e a Milano.
Ha debuttato in teatro ruoli principali come Lucia in Lucia di Lammermoor, Königin der Nacht in Die Zauberflöte, Corinna nel Viaggio a Reims, Dinorah nell’omonima opera di Meyerbeer, Olympia in Les Contes d’Hoffmann, Mme Herz in Der Schauspieldirektor, Lucieta in I Quattro Rusteghi.
È stata ospite di stagioni d’opera e concertistiche presso il Regio di Parma, Regio di Torino, Fenice di Venezia, Comunale di Bologna, San Carlo di Napoli, Teatro Verdi di Trieste, Politeama di Palermo, Teatro Verdi di Firenze, Ponchielli di Cremona, Donizetti di Bergamo, Grande di Brescia; all’estero al Teatro di St. Etienne e Vichy (Francia), allo Chatelet di Parigi, Teatro di Bastia (Corsica), Liceu di Barcelona, Teatro di Oviedo, Teatro di Avignone, Teatro di Lione, Festival Barocco Le Feste di Apollo (Parma) e ai Festival di musica contemporanea di Reykjavik, Tourcoing (Francia), Ludwigsburg (Germania), Dordrecht (Olanda), Istanbul, Budapest.
Roberta Gottardi
Gli interessi musicali di Roberta Gottardi spaziano dalla musica del tardo barocco, eseguita con strumenti storici e rispetto della prassi esecutiva del tempo, a quella di oggi, alla quale si dedica sia come solista sia in ensemble. È stata interprete di riferimento per lo spettacolo di teatro musicale Harlekin di Karlheinz Stockhausen, concepito per un unico clarinettista-danzatore-mimo, vincitrice del primo premio al concorso promosso proprio dalla Fondazione Stockhausen e collaboratrice di autori dei quali ha eseguito brani in prima assoluta o a lei dedicati: fra gli altri Mauricio Kagel, Salvatore Sciarrino, Ivan Fedele, Fabio Cifariello Ciardi. È stata insignita del premio Cesare Barison per la musica da camera e si è esibita in alcune delle stagioni musicali e festival più importanti d’Europa dal Maggio Musicale Fiorentino alla Münchener Biennale, dal South Bank Centre di Londra al Bologna Festival e alla Biennale di Venezia, dal Gaudeamus Muziekweek di Amsterdam all’Autunno di Varsavia e alla MusikTriennale di Colonia. È docente di clarinetto al Conservatorio di Bolzano.